INVESTIGAZIONI AZIENDALI - PERMESSI LEGGE 104: NON È NECESSARIO RESTARE SEMPRE CON IL DISABILE ASSISTITO
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La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14763 depositata il 28 maggio 2025, ha fornito un’importante precisazione in tema di permessi retribuiti ex Legge 104/1992, confermando un orientamento già presente ma ora ulteriormente rafforzato: l’assistenza al familiare disabile non richiede una presenza fisica continuativa o ininterrotta durante l’intero arco temporale del permesso fruito. Nel caso sottoposto alla Corte, un lavoratore era stato sanzionato dal datore di lavoro per aver svolto, durante un giorno di permesso 104, alcune attività personali – tra cui una breve sosta presso un esercizio commerciale – senza essere stato sempre presente con il familiare disabile. Il datore di lavoro aveva ritenuto che ciò integrasse un abuso del diritto, e quindi un uso improprio del permesso. La Corte ha invece escluso la sussistenza dell’abuso, sottolineando che: “L’utilizzo del permesso 104 è legittimo anche quando non coincide con una presenza costante accanto al disabile, purché sussista un collegamento funzionale e finalistico tra la giornata di assenza e l’attività di assistenza.” Questa decisione non autorizza un uso arbitrario dei permessi. Tuttavia, chiarisce che:
· L’assistenza può essere svolta con modalità flessibili e non coincide con l’obbligo di permanere per l’intera giornata presso l’abitazione del disabile;
· Il lavoratore può compiere attività compatibili con il ruolo di caregiver, come spostamenti, commissioni, o momenti di pausa;
· L’eventuale accertamento di un uso illecito richiede prove concrete di uno scostamento dall’obiettivo assistenziale, non basate su meri automatismi.
Il principio affermato dalla Corte è coerente con la finalità della legge 104, che mira a favorire il mantenimento della persona disabile nel proprio contesto familiare e sociale, senza però irrigidire il ruolo del caregiver, spesso già gravato da carichi emotivi e organizzativi significativi.
